Storia del Rifugio Coppo dell’Orso

Nel confine del Parco Nazionale d’Abruzzo c’è una rete di rifugi a faccia vista: ogni rifugio vede l’altro in serie a gruppo di due, per poter comunicare fra loro e consentire così un migliore controllo del territorio.

Coppo dell’Orso è stato costruito nel 1927, all’altezza di m.1870, sul gruppo di monti: “Serra Lunga”. E’ stato costruito in pietra a faccia vista e cemento, da maestranze locali. Essi hanno dormito per mesi su in montagna, fino alla fine della costruzione. Le pietre sono state raccolte tutto intorno. La rena e l’acqua per l’impasto è stata trasportata dai muli ed asini.

All’interno c’è un soppalco in legno – locale notte – con 10 posti letto . Mentre sotto c’è un locale giorno con un camino sulla parete destra dell’ingresso.

Dal 1927 al 1980, il rifugio ha subito ogni sorta di degrado. Senza porte e finestre, il soppalco rotto a meta, il camino e il tetto sfasciato. Era tutto trasandato ed inagibile.

Nel 1980, il CAI ha provveduto alla ristrutturazione del rifugio. Il materiale, cemento, porte, finestre ecc. sono stati trasportati da 20 muli, in due viaggi, da Pratone a Coppo dell’orso lungo la Serra Lunga. I muli sono di Camerata Nuova, presenti in zona per il ricaccio della legna per l’uso civico del comune di Collelongo.

Nella ristrutturazione del Rifugio, l’acqua usata per l’impasto è stata presa nel pozzo situato acconto al rifugio. La manodopera è stata volontaria ed è stata messa a disposizione dai soci del CAI e dai locali. In particolare: prima cucchiaia Mastrella Cesidio e seconda cucchiaia D’amico Antonio.

Dopo la ristrutturazione, come premio per i più meritevoli c’era un prosciutto stagionato. Ma purtroppo solo i vermi sono riusciti a mangiarlo !!!!!. Questo a ricordo dei soci CAI.

Il rifugio è stato sempre pieno di fumo, a causa del continuo soffiare del vento da tutte le direzioni. Più delle volte si era costretti a uscire fuori. Dopo tanti tentativi siamo riusciti a risolvere il problema del vento, mettendo la ventola girevole a modo di cappello sulla cima del comignolo del rifugio. In una fase successiva è stato coibentato sotto il tetto e sulle pareti esterne, riducendo così l’umidità interna.

Nel 2007 è stato dotato di una piccola tettoia in legno che viene utilizzata come deposito legna e rimessa attrezzi.

Paesaggio :

Il rifugio è messo in modo tale da avere tanti paesaggi per ogni grado di visuale e per 360°. Tutte le sensazioni del momento sono state raccolte in un libro tenuto all’interno del rifugio, come un giornale di bordo. Le ragazze, fra tanti, sono quelle che hanno dichiarato sempre le migliori sensazioni.

Il rifugio aperto o chiuso ?

Il rifugio è parte del paesaggio, della montagna e dello spazio tutto intorno. Sono in tanti a non avere il concetto di spazio che superi quello convenzionale: casa, macchina, posto di lavoro. La montagna crea una sua sensazione dello spazio, diversa dalle altre. Il nervosismo, l’ansia, l’insicurezza, agitazione ne sono gli effetti. Per vincere questo stato d’animo si vuole in montagna quello che si ha in pianura: la casa. Per questo tante persone vogliono il rifugio aperto per sempre. Le stesse persone hanno poco rispetto del rifugio, fino a distruggerlo e renderlo inagibile. Le continue ristrutturazioni e la sporcizia depositata in ogni parte del rifugio ne sono la prova. Il rifugio rimane chiuso solo per essere protetto e garantire la sua agibilità, una volta aperto con le chiavi. Le chiavi sono disponibili in tutti i paesi della Vallelonga. Il rifugio è prenotabile da qui. Le persone che ne fanno uso lasciano un documento di riconoscimento con l’indicazione del numero delle persone e della permanenza nel rifugio, nel rispetto del regolamento CAI. Questo ci aiuta a fare soccorso in caso di incidente, smarrimento e ci aiuta a responsabilizzare meglio l’utente del rifugio. Le critiche si accettano, se sono costruttive.